Sarebbero "almeno due i colpevoli" dell' omicidio del piccolo Loris Stival, secondo l'edizione online del 'Corriere di Ragusa', in cui si sostiene che si tratterebbe di persone "note al bambino" trovato nel fosso di Mulino Vecchio nel pomeriggio di sabato 29 novembre. Secondo il giornale, sul conto delle due persone ci sarebbero "parecchi indizi e alcune prove schiaccianti". I due, prosegue il quotidiano, "si sarebbero coperti a vicenda dopo aver strangolato il bambino con una fascetta di plastica, di quella in uso tra gli elettricisti". La notizia non avrebbe trovato conferma tra gli investigatori e gli inquirenti, che continuano comunque a non escludere ogni ipotesi.
E in quei 36 minuti tra le 8.49 e le 9.25 di sabato 29 novembre in cui secondo gli investigatori e gli inquirenti Veronica Panarello rimane sola in casa con il figlio Loris, che non è mai andato a scuola a differenza di quanto afferma la madre, la donna riceve una sola telefonata, dal marito, due minuti prima di uscire. Cosa si dicano i due non lo saprà mai nessuno se non saranno i diretti interessati a svelarlo: i tabulati telefonici hanno registrato la chiamata ma non il contenuto. Inquirenti ed investigatori che indagano sulla morte del piccolo Loris aggiungono un altro piccolo tassello al puzzle che stanno cercando di comporre per chiudere il cerchio su chi ha ammazzato Loris.
Un tassello che serve a ricostruire ancora più nel dettaglio la mattina di Veronica, le cui dichiarazioni sono andare a sbattere contro gli accertamenti e le verifiche fatte dagli investigatori. La donna continua a non essere indagata e non è stata sentita nuovamente, ma è probabile che presto la procura di Ragusa deciderà come muoversi per avere una spiegazione ufficiale alle tante contraddizioni venute alla luce in questa settimana d'indagine. Dai tabulati emerge dunque che due minuti prima di uscire di casa, alle 9.23, la madre di Loris parla con il marito Davide: una telefonata breve, seguita nel corso della mattinata da altre.
I tabulati indicano complessivamente una decina di chiamate, tutte nella cerchia familiare. E una mezza dozzina di sms, la maggior parte dei quali dal gestore telefonico: indicazione, questa, che qualcuno ha tentato di chiamare il suo telefonino che però o era spento o non era raggiungibile o, ancora, era impegnato in un'altra chiamata. Investigatori ed inquirenti hanno poi ottenuto un altro riscontro alle loro ipotesi investigative. Tra le 8.15 e le 8.32 di quel sabato mattina - vale a dire tra l'orario che Veronica Panarello indica a verbale come quello in cui è uscita di casa per portare i figli a scuola e quello indicato dalle telecamere che riprendono 3 soggetti, un adulto e due figure più piccole, uscire dal portone - nessuna delle altre persone che abitano nel palazzo di via Garibaldi 52 hanno messo il naso fuori di casa. O erano già uscite o sono uscite più tardi. Dunque, è la conclusione degli investigatori, i tre soggetti che si vedono nelle immagini riprese dalla telecamera dell'emporio 'Vanity and House' non possono che essere Veronica, Loris e il bimbo più piccolo. Così come non può essere che Loris la figura che sempre la stessa telecamera riprende riavvicinarsi al portone poco meno di un minuto dopo. Nessun riscontro, invece, hanno dato le ricerche dello zainetto blu con le cinghie gialle di Loris.
Per il secondo giorno gli elicotteri si sono alzati in volo perlustrando le campagne attorno al paese e nel tragitto fino al castello di Donnafugata, dove Veronica è andata dopo esser uscita di casa. Passando però, dicono gli investigatori dopo aver visto le immagini delle telecamere, per una strada diversa da quella indicata. Ecco perché per tutto il giorno hanno rifatto ancora una volta il percorso registrato nelle immagini, passando sulla provincia 35 davanti al bivio della strada che porta a Mulino Vecchio, svoltando a sinistra subito dopo i cassonetti dove la donna dice di aver gettato i rifiuti fino ad arrivare sulla provinciale 20 dove la riprende un'altra telecamera. Ma non hanno trovato nessuna traccia dello zaino. E nessuna spiegazione logica dei 6 minuti di troppo che Veronica impiega per percorrere quel tragitto
E in quei 36 minuti tra le 8.49 e le 9.25 di sabato 29 novembre in cui secondo gli investigatori e gli inquirenti Veronica Panarello rimane sola in casa con il figlio Loris, che non è mai andato a scuola a differenza di quanto afferma la madre, la donna riceve una sola telefonata, dal marito, due minuti prima di uscire. Cosa si dicano i due non lo saprà mai nessuno se non saranno i diretti interessati a svelarlo: i tabulati telefonici hanno registrato la chiamata ma non il contenuto. Inquirenti ed investigatori che indagano sulla morte del piccolo Loris aggiungono un altro piccolo tassello al puzzle che stanno cercando di comporre per chiudere il cerchio su chi ha ammazzato Loris.
Un tassello che serve a ricostruire ancora più nel dettaglio la mattina di Veronica, le cui dichiarazioni sono andare a sbattere contro gli accertamenti e le verifiche fatte dagli investigatori. La donna continua a non essere indagata e non è stata sentita nuovamente, ma è probabile che presto la procura di Ragusa deciderà come muoversi per avere una spiegazione ufficiale alle tante contraddizioni venute alla luce in questa settimana d'indagine. Dai tabulati emerge dunque che due minuti prima di uscire di casa, alle 9.23, la madre di Loris parla con il marito Davide: una telefonata breve, seguita nel corso della mattinata da altre.
I tabulati indicano complessivamente una decina di chiamate, tutte nella cerchia familiare. E una mezza dozzina di sms, la maggior parte dei quali dal gestore telefonico: indicazione, questa, che qualcuno ha tentato di chiamare il suo telefonino che però o era spento o non era raggiungibile o, ancora, era impegnato in un'altra chiamata. Investigatori ed inquirenti hanno poi ottenuto un altro riscontro alle loro ipotesi investigative. Tra le 8.15 e le 8.32 di quel sabato mattina - vale a dire tra l'orario che Veronica Panarello indica a verbale come quello in cui è uscita di casa per portare i figli a scuola e quello indicato dalle telecamere che riprendono 3 soggetti, un adulto e due figure più piccole, uscire dal portone - nessuna delle altre persone che abitano nel palazzo di via Garibaldi 52 hanno messo il naso fuori di casa. O erano già uscite o sono uscite più tardi. Dunque, è la conclusione degli investigatori, i tre soggetti che si vedono nelle immagini riprese dalla telecamera dell'emporio 'Vanity and House' non possono che essere Veronica, Loris e il bimbo più piccolo. Così come non può essere che Loris la figura che sempre la stessa telecamera riprende riavvicinarsi al portone poco meno di un minuto dopo. Nessun riscontro, invece, hanno dato le ricerche dello zainetto blu con le cinghie gialle di Loris.
Per il secondo giorno gli elicotteri si sono alzati in volo perlustrando le campagne attorno al paese e nel tragitto fino al castello di Donnafugata, dove Veronica è andata dopo esser uscita di casa. Passando però, dicono gli investigatori dopo aver visto le immagini delle telecamere, per una strada diversa da quella indicata. Ecco perché per tutto il giorno hanno rifatto ancora una volta il percorso registrato nelle immagini, passando sulla provincia 35 davanti al bivio della strada che porta a Mulino Vecchio, svoltando a sinistra subito dopo i cassonetti dove la donna dice di aver gettato i rifiuti fino ad arrivare sulla provinciale 20 dove la riprende un'altra telecamera. Ma non hanno trovato nessuna traccia dello zaino. E nessuna spiegazione logica dei 6 minuti di troppo che Veronica impiega per percorrere quel tragitto