Franco Roviani, parlamentare di Forza Italia, è stato aggredito stamattina da una folla di persone inferocite davanti all'ingresso di Montecitorio. Roviani verso le 9 di mattina stava uscendo dall'edificio dopo aver completato la sua ora di seduta giornaliera nella camera dei deputati. Oggi, in particolare, sì è discusso per 30 minuti sulla modifica della legge Cirinnà, al fine di consentire le adozioni per le persone dello stesso sesso. Franco Roviani ha votato favorevolmente, insieme ad altri parlamentari del suo partito e del PD, ma veniamo al dunque: dopo aver varcato la soglia di Montecitorio, Roviani ha sentito chiaramente degli insulti pronunciati da un signore sulla settantina nei suoi confronti. L'anziano accusava il parlamentare di percepire uno stipendio eccessivo rispetto al lavoro svolto in parlamento. Nei social network (in particolare su Facebook) si è diffuso infatti in modo virale un link in cui viene spiegato che il politico guadagna 10 000 euro netti al mese, a fronte di un lavoro effettivo di un'ora al giorno, esclusi i giorni festivi e il Venerdì. Il parlamentare ha provato ad ignorare le accuse (accompagnate tra l'altro da insulti piuttosto pesanti come "bastardo" o "figlio di puttana"), avviandosi presso la propria Mercedes. Nel frattempo, però, attorno al vecchietto si era già radunata una folla di curiosi che hanno cominciato a dare manforte alle accuse del pensionato, attaccando Roviani con accuse molto pesanti. In breve tempo si è formata una calca di 60 persone intorno al parlamentare: tutti individui pacifici che hanno semplicemente chiesto a Roviani delucidazioni riguardo ad uno stipendio ritenuto eccessivo rispetto al lavoro svolto, eccetto due cittadini italiani rispettivamente di Napoli e Sorrento che hanno cominciato a spintonare il politico. Roviani, forse per legittima difesa, ha allora sferrato un pugno dritto al volto del contestatore napoletano che è finito a terra col naso sanguinante.
La rabbia del popolo, in quel momento, si è quindi scatenata e quattro persone, si sono avventate contro Roviani prendendolo a calci e pugni. In breve tempo gli aggressori si sono duplicati, complice forse la reazione aggressiva del parlamentare alle accuse giustificate dei cittadini nei suoi confronti. Dopo una decina di minuti le forze dell'ordine sono riuscite a calmare gli aggressori e a separarli dal parlamentare. Roviani è stato poi trasferito all'ospedale s. Eugenio con una prognosi di un mese. Il politico, oltre al volto completamente tumefatto, ha subito la privazione di un dente (probabilmente per via di una ginocchiata di uno dei primi contestatori), la rottura del setto nasale e l'incrinatura di una costola. Gli aggressori si sono infatti serviti di varie cinghie di cinture che sono servite come supporto durante gli scontri.
Poche ore fa sono state rilasciate le prime dichiarazioni dal parlamentare che, lo ricordiamo, si stava recando presso la propria abitazione, prima di essere insultato e poi aggredito da alcuni contestatori, presso Montecitorio.
Ecco le prime dichiarazioni rilasciate dal malcapitato: "Non riesco ancora a farmi una ragione di tutto ciò. Non capisco i motivi di questa aggressione ad un cittadino onesto come il sottoscritto. Ho sempre cercato di svolgere il mio operato da deputato della camera, con la massima professionalità e con tutto l'impegno di un buon padre di famiglia. Ora: io posso comprendere le proteste dei cittadini, riguardo agli orari lavorativi di noi parlamentari, ma non è certo colpa mia, dovrebbero prendersela con chi ha istituito i regolamenti parlamentari e con chi è al governo."
"Come risponde a chi, come i violenti di stamattina, la accusa di percepire uno stipendio troppo alto?"
"Il mio stipendio può sembrare eccessivo, ma voi avete idea dei sacrifici che ho fatto per arrivare alla politica? Ho dovuto lavorare ben 5 anni prima di essere eletto deputato. Io ho una famiglia di quattro persone da mantenere e i soldi non posso certo crearli. Mi creda l'invidia fa brutti scherzi, ma non pensavo che gli italiani arrivassero a questi punti."
Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti
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