Si è discusso molto della questione “utero in affitto“, notizia alimentata anche grazie all’ex politico pugliese Nichi Vendola e dal suo compagno, volati in California per “ritirare il bambino” nato appunto grazie ad una donna che si è prestata, in cambio di una generosa ricompensa, a realizzare il sogno della coppia.
Qualcuno è favorevole a ciò, ma attenzione, non bisogna prendere le distanze dal fattore “umano”, non si tratta di limitare la libertà altrui, ma una questione di rispetto verso la donna e il normale ciclo della natura. “L’utero in affitto” permette ai “ricchi” (perché i costi si aggirano dai 140.000€ ai 170.000€) di comprare la “vita” grazie ad una donna che si presta, “come accade per le uova negli allevamenti”, da incubatrice.
I soldi non possono comprare tutto, tanto meno la vita, riflettiamo, se non era per la generosa somma chi si farebbe usare così? Il legame madre/figlio inizia ancor prima del parto.
Come detto prima non vogliamo limitare le libertà di nessuno, appunto per questo crediamo che la soluzione migliore, più onesta è giusta verso questo mondo, sia regalare una vita migliore ai tanti bambini cresciuti negli orfanotrofi, o comunque bambini che di una famiglia ne hanno davvero bisogno. L’utero in affitto altro non è che un gesto egoista, quando al mondo ci sono tantissimi bambini che desiderano amore e il calore di una famiglia.
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