Passa ai contenuti principali

I cittadini di Archi sono cittadini Reggini e meritano rispetto-Pronti a scendere in piazza con loro-


Da un paio d’anni subiamo impotenti le conseguenze del fallimento della gestione dei rifiuti nella nostra regione.
Cumuli di immondizia giacciono per mesi sulle strade e spesso vengono dati alle fiamme aggravando i rischi per la salute di tutti.
Tutto ciò avviene nonostante il Tributo locale sui rifiuti e servizi (tares) sia stato notevolmente innalzato e nonostante i sedici anni di gestione commissariale dei rifiuti nella nostra regione.
Noi cittadini del quartiere Archi Carmine di Reggio Calabria, riuniti nel comitato Archi Carmine non ci sta!, crediamo sia giunta l’ora di mobilitarci per tutelare il nostro diritto alla salute e alla sicurezza. Crediamo sia importante individuare i responsabili politico- amministrativi che hanno condotto a questo disastro igienico- ambientale che avvelena i nostri territori, che ostacola la libertà dei nostri bambini di uscire all’aria aperta.

Per tali ragioni, presenteremo nei prossimi giorni un esposto al Procura della Repubblica in cui chiederemo che vengano accertati gli eventuali reati e individuati i responsabili.
Consapevoli che un’ottimale gestione dei rifiuti passa attraverso l’incentivazione della raccolta differenziata degli stessi, ci impegniamo altresì a sensibilizzare sul tema i cittadini del nostro quartiere. A tal fine, nei giorni scorsi abbiamo presentato all’Ufficio politiche ambientali e culturali del Comune di Reggio Calabria, richiesta di collaborazione per la pulizia e la valorizzazione di un’area del nostro quartiere.
Non staremo a guardare, saremo artefici del nostro cambiamento, vigileremo affinché non si perpetui, ancora una volta sulla nostra pelle, la dissipazione delle risorse pubbliche. Allo stupro dei nostri territori, alla mala gestione dei beni comuni, alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di criminalità organizzata, Archi Carmine non ci sta!

Commenti

Post popolari in questo blog

Come, quanto e chi ci guadagna davvero con l’accoglienza migranti

                                 Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, attualmente ci sono in Italia migliaia di strutture temporanee che ospitano i migranti per la cui gestione sono stati stanziati 1,16 miliardi di euro. Il Sistema nazionale di accoglienza è articolato in due sotto-insiemi, entrambi coordinati dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, e che, in ragione delle differenti funzioni, hanno modelli organizzativi, voci di costo e tempi di permanenza differenziati. Esistono i centri governativi, ossia strutture che offrono accoglienza a diverse tipologie di migranti e che sono suddivise in quattro diverse tipologie: CPSA (Centri di primo soccorso e accoglienza); CDA (Centri di accoglienza), CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo); i CIE (Centri di identificazione espulsione) anch’essi proiettati verso una nuova ident...

La rivolta di Reggio Calabria (1970-1971). 2014 La nostra Rivincita

La rivolta di Reggio Calabria è uno dei moti di protesta più significativi della storia dell’Italia unita, per durata e intensità: diversi mesi di guerriglia urbana e di repressione poliziesca, con frequente uso del tritolo e delle armi da fuoco, centinaia di feriti e cinque morti. Essa fu innescata nel luglio 1970 dalla disputa tra Reggio e Catanzaro per il titolo di capoluogo del nascente ente Regione, che ne fu l’imprescindibile motivo originario. La rivendicazione reggina fu sostenuta con riunioni, comizi, cortei e scioperi, promossi da esponenti locali della Democrazia cristiana, alla guida del Comune e della Provincia. Accanto a essi si schierarono progressivamente membri dei partiti laici di governo, del Movimento sociale italiano, del sindacato e dell’associazionismo (cattolici, in particolare) e della Chiesa. Il Partito socialista italiano e il Partito comunista italiano, pur con qualche dubbio, non aderirono alla protesta, basata su un trasversal...

DEMANSIONAMENTO PROFESSIONALE IN AMBITO SANITARIO

Con la sentenza del 06.10.2015, n. 1302, il Tribunale di Cagliari, in linea con altre decisioni del medesimo Tribunale, decidendo un ricorso proposto da un gruppo di infermieri dipendenti di un’azienda sanitaria, ha stabilito che il demansionamento (assegnazione di mansioni inferiori) e la dequalificazione professionale (privazione e/o limitazione di mansioni tipiche del profilo di appartenenza), oltre a costituire un grave inadempimento contrattuale, può essere la causa di un danno non patrimoniale risarcibile. Richiamando i precedenti della Suprema Corte (Cass. S.U. 11.11.2008, n. 26972; Cass. sez. lav. 12.05.2009, n. 10864; Cass. sez. lav. 30.09.2009 n. 20980; Cass. sez. lav. 21.03.2012 n. 4479 – più di recente cfr. ex multis, Cass. sez. lav. 13.06.2014, n, 13499), il Giudice ha significativamente sottolineato che “Il diritto del lavoratore ad esprimere la propria competenza professionale in conformità alle condizioni di assunzione, a conservarl...