“Il “ballerino di Lautner” e all’occasione anche musicista nella Parigi degli anni sessanta, dopo aver girato il mondo con la sua macchina fotografica per fissare con il suo obiettivo le infinite sfaccettature della realtà è sbarcato anche a Reggio Calabria e, profanando il Museo Nazionale della Magna Grecia, ha dissacrato la maestà dei Bronzi di Riace. Come ha potuto questo signore e la sua troupe introdursi così facilmente tra le quattro mura di un Museo e trattare capolavori dell’arte greca appartenente al V secolo a.C. alla stregua di un ready-made rettificato?”
“Come ha potuto usare il linguaggio del kitsch come unica categoria condivisibile trasformando i guerrieri, ritratti nella loro nudità eroica, in uno dei peggiori stereotipi dell’iconografia gay? Qualcuno ci vuole raccontare che il reporter Gerald Bruneau si è intrufolato nella stanza dei Bronzi, con tutti gli allarmi collegati, le misure ambientali per la conservazione delle delicate statue, ed il personale di custodia presente, all’insaputa di tutti e della Sopraintendenza? L’ipotesi non regge! Con questa operazione dissacratoria si è intaccato il linguaggio immortale dell’Arte, della Storia e del Mito. Secondo il nostro giudizio questo signore, con complicità ancora da chiarire, ha voluto strumentalizzare l’Arte, patrimonio di tutti, e le radici di un popolo per fini politici di una minoranza. Per questo annunciamo che sui fatti accaduti presenteremo istanza al Ministero dei Beni Culturali affinché vengano accertate responsabilità ed inadempienze ,e se necessario, anche la rimozione dall’incarico della Soprintendente Simonetta Bonomi e di tutti i convolti in questa scabrosa vicenda che offende non solo la citta di Reggio Calabria ma tutta l’Arte e la cultura di questa terra“.
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