Dopo anni di modelli, passerelle e di commissariamento, Reggio, non aspettava altro che di tornare alla normalità e alla democrazia. Immaginando che i candidati siano stati scelti secondo un criterio aderente al principio del consenso basato sulla meritocrazia e la qualità; e che Falcomatà avesse talmente chiara in mente la futura configurazione della sua compagine da sostenere, che la squadra sarebbe stata presentata 48 ore dopo le elezioni.. Ad oggi quello che siamo costretti a vedere è un sindaco da vetrina che si tiene stretta quella fascia tanto da portarsela da tutte le parti: "come a dire la fascia è mia e guai a chi la tocca". Poteva risparmiarci la visita alla lapide del padre, cosa sacrosanta da figlio, ma non con fotografi al seguito e conseguente articolo. Credo sarebbe stato meno difficile comporre una giunta, ma forse il tempo che passa tra il dire e il fare ci conferma che le logiche del posizionamento delle pedine sullo scacchiere sono sempre le stesse. Siamo costretti a fare i conti con voci di papabili assessori esterni nonostante la massa cospicua di candidati tra cui pescare, rumors di recriminazioni di quelli prima sedotti e poi abbondonati. Chi ha portato voti si aspetta qualcosa in cambio mentre la città aspetta in silenzio quel segno di cambiamento che ha già 11 giorni di ritardo, mentre l'unico dato certo resta quel 40% di non votanti che non si sono mai aspettati granché. Forse il problema sono le 1790 schede "Fantasma"?, i verbali in Bianco?
Per chi crede che cambiare non solo si deve ma si può, i tempi del tentennamento e dell' indeterminatezza, sono inaccettabili e oggi che i giochi sono (quasi) fatti, pretende una politica coraggiosa, efficace, efficiente, responsabile e determinata a condurre Reggio su una strada di civiltà e di sviluppo. Se lo aspetta da giorni ma il tempo che passa non sembra andare in questa direzione...
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