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Cosa Fare in caso di Terremoto

di Francesco Anoldo-I terremoti non danno alcun preavviso e avvertimento e, anche dopo una prima scossa, non si può
sapere se ve ne saranno altre e di quale entità. Ciò rende ancor più importante e necessario
conoscere le procedure di emergenza ed evacuazione: improvvisare è pericoloso e il panico può
rendere la cosa ancor più difficile. L'unico modo che si ha per essere pronti e probabilmente più
lucidi è fare
PREVENZIONE, FORMAZIONE e ADDESTRAMENTO.
Le procedure dipendono dalla struttura dell'edificio, dalle sue caratteristiche tecniche, dal numero
di piani fuori terra o interrati (e in particolare da dove ci si trova al momento dell'emergenza) e dai
presidi di emergenza presenti (ad esempio se vi sono oppure no scale antincendio esterne
autoportanti).
Si possono però fissare alcune indicazioni che, seppur generali, possono rappresentare una valida
guida per la propria salvezza e di chi ci sta intorno.
Dal punto di vista fisico le procedure più corrette durante la fase di scossa sono:
• Solo se ci si trova al piano terra e in prossimità di un'uscita (diciamo indicativamente ad una
distanza non superiore a 15-20 metri di percorso effettivo) dirigersi rapidamente verso essa ed
uscire in luogo sicuro (stando lontani dall'edificio stesso ed in particolare da cornicioni e
terrazzi)
In alternativa:
• Abbassarsi (non rimanere in piedi) e possibilmente proteggersi (se non completamente
almeno la testa) sotto un tavolo o una scrivania.
• Non sostare accanto ad oggetti o altro materiale pesante che può cadere (ad esempio
vicino ad una libreria o al di sotto di un lampadario).
• Non sostare vicino a finestre o altre superfici vetrate.
• Se si conoscono i muri e le strutture portanti è preferibile sostare vicini ad essi (a volte si
può riconoscere più facilmente una colonna o pilastro portante, o una trave portante).
• Tenere le mani dietro la nuca ed abbassare la testa tra le ginocchia (sempre per la sua
protezione).
• Rimanere nella posizione rannicchiata, magari con gli occhi chiusi, finché non termina la
scossa.Procedure successive alla scossa:
• Verificare se le altre persone presenti hanno bisogno di aiuto (chiamarsi, meglio per nome,
e rassicurarsi a vicenda aiuta a mantenere la calma).
• Se la scossa è stata leggera (quindi non sono caduti oggetti, non vi sono segni di cedimento
strutturale, i superiori non danno istruzioni specifiche differenti, ecc.) tornare con calma in
posizione normale e riprendere le attività (comunque confrontandosi con i colleghi e le altre
persone presenti).
• Nel dubbio chiamare i superiori e chiedere indicazioni specifiche.
• Se la scossa è stata significativa (con caduta di oggetti o mobili, segni di cedimento) o se
vengono date indicazioni dai superiori per procedere all'evacuazione, muoversi con molta
sollecitudine ma senza mai correre e parlare ad alta voce.
• Nel caso chiamare i Vigili del Fuoco (115) ed eventualmente avvertire enti competenti (ad
esempio il Comune per enti, scuole o aziende pubbliche, la protezione civile, ecc.).
• Seguire i percorsi d'esodo indicati dalla segnaletica e comunque dirigersi verso le uscite più
vicine (meglio utilizzare in generale scale esterne di sicurezza ed uscite di emergenza).
• Non utilizzare mai gli ascensori e non sostare mai sulle scale.
• Non perdere tempo per recuperare oggetti personali (comprese giacche, borse, oggetti di
valore, cellulari, ecc.) o per terminare lavorazioni o altro (ad esempio salvataggio di lavori
informatici).
• Durante l'esodo cercare di controllare che tali vie di fuga siano sicure ed accessibili (ad
esempio per la possibile presenza di calcinacci o per possibili formazioni di crepe sulle
scale).
• Durante l'esodo aiutare i colleghi o altre persone presenti in difficoltà (diversamente abili,
anziani, bambini, persone agitate o prese dal panico) cercando di utilizzare sempre un
dialogo al positivo e orientato all'ottimismo ('tranquillo, ci siamo quasi', 'dai, il peggio è
passato', 'vieni, andiamo fuori assieme', ecc.)
• Una volta raggiunto l'esterno (se indicato arrivare al luogo di raduno), rimanere in attesa
dei soccorsi, dare informazione ai superiori sulla propria presenza, segnalare eventuali rischi
di cui si è venuti a conoscenza, indicare la possibile presenza all'interno di altre persone.
• Non rientrare mai prima di aver verificato che la situazione sia tornata ordinaria e sicura o
dopo aver ricevuto indicazioni dai responsabili.
Prevenzione
L'unica vera ed efficace prevenzione antisismica è quella di trovarsi in edifici (case, aziende, scuole
o locali pubblici) costruiti con criteri appunto antisismici. La prevenzione tecnica e strutturale (che
tiene conto della zona specifica, della tipologia costruttiva e della destinazione d'uso) può nei casi
gravi fare la differenza e salvare la vita alle persone: tale responsabilità è ovviamente, a seconda
della situazione, dei costruttori, dei committenti, dei proprietari o degli enti pubblici.
E' possibile comunque procedere a verifiche statiche e antisismiche per conoscere lo stato di
sicurezza di un immobile e anche la semplice segnalazione di crepe, infiltrazioni, piccoli cedimenti
strutturali o arredi non sicuri (ad esempio scaffalature non fissate saldamente a muro o a pavimento)
in condizioni 'normali' (cioè prima dell'eventuale scossa sismica) può aiutare ad un successivo
intervento di consolidamento e ristrutturazione edilizia.
Infine fare prevenzione vuol dire, anche in questo caso così come per le altre emergenze possibili,
fare formazione ed addestramento: la conoscenza del rischio e delle procedure per mettere in
salvo sé stessi e le altre persone può fortemente incidere sull'incolumità fisica in caso di terremoto e
sulla possibilità di evitare condizioni emotive di panico che spesso, già di per sé, può essere fonte
di pericolo ed infortunio.

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