Cabina di regia per Roma al prefetto. Il ministro dell'Interno dopo il cdm: "Non al commissariamento del Campidoglio. Sciolto il municipio di Ostia". Il sindaco: "Soddisfatto". Salvini: "Dimissioni". M5s: "Pd accucciato sugli strapuntini del potere". Fi con Marchini: "Tornare al voto"
Roma sotto tutela prefettizia ma nessun commissariamento del Comune. Collaborazione stretta tra prefetto e sindaco per risanare i settori più compromessi nello scandalo Mafia Capitale. Sono queste, in estrema sintesi, le misure del governo già ampiamente previste e annunciate oggi, al termine del consiglio dei ministri, dal ministro dell'Interno Angelino Alfano.
"Ho proposto lo scioglimento del municipio X, quello di Ostia, e il cdm ha approvato - ha detto Alfano - la decisione ha tenuto conto degli elementi della relazione del prefetto Gabrielli".
Poteri a Gabrielli. Il responsabile del Viminale ha dunque deciso di affidare al prefetto Franco Gabrielli un ruolo di coordinamento sulla sicurezza e su alcune opere pubbliche: "Intendo incaricare il prefetto di Roma - ha detto Alfano - di assicurare proposte e indicazioni per pianificare insieme al sindaco interventi di risanamento in otto ambiti, in particolare nei settori dell'amministrazione risultati più compromessi con Mafia Capitale: il verde pubblico e l'ambiente, l'emergenza abitativa, l'immigrazione, i campi nomadi".
No al commissariamento formale. Non c'è l'intenzione, comunque, di commissariare formalmente il Comune di Roma, come ha precisato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti: "Non c'è nessun commissariamento c'è un ruolo di raccordo operativo del prefetto di Roma" con il comune "analogo a quello che il prefetto di Milando sta svolgendo su Expo", ha aggiunto De Vincenti.
Sebbene Alfano abbia tenuto a precisare l'esistenza di gravi vizi procedurali nell'amministrazione comunale: "È indubbio che il lavoro svolto dalla commissione di accesso abbia evidenziato una situazione amministrativa caratterizzata da gravi vizi procedurali. La legge prevede il commissariamento, ma abbiamo ritenuto che per questo non sussistessero i presupposti e che ci fossero invece per un supporto del Viminale allo scopo di cambiare la rotta".
Stretta in arrivo, inoltre, per i dipendenti comunali infedeli: "Ho avviato a tutte le procedure per l'applicazione dell'articolo 143 del testo unico sull'ordinamento degli enti locali - ha continuato Alfano - che prevede la possibilità di adottare determinate misure per dirigenti e dipendenti comunale, se ci sono i presupposti, con un decreto ministeriale, quali la destinazione ad altro ufficio o ad altra mansione con contestuale avvio del procedimento disciplinare".
Funerali Casamonica. Sulla vicenda legata ai funerali show di Vittorio Casamonica, inoltre, "dico che ho condiviso le scelte del prefetto e del Comitato provinciale sull'ordine e la sicurezza pubblica" ha spiegato ancora Alfano. "Stiamo verificando eventuali interventi, sollecitato l'Enac per l'esame dei requisiti e l'autorizzazione al volo affinchè preveda anche una revisione delle licenze già concesse. A livello territoriale il prefetto Gabrielli ha fatto scelte da me già condivise e a livello nazionale stiamo facendo altre valutazioni", ha concluso il ministro.
Giubileo. Quanto al Giubileo, infine, l'esecutivo affiderà all'Anac, Autorità nazionale anti corruzione guidata da Raffaele Cantone, la supervisione delle procedure sul modello Expo2015 e ancora, un decreto del premier Matteo Renzi affida ancora a Gabrielli la guida della cabina di regia: un decreto con il quale al prefetto di Roma viene attribuito il compito di realizzare il necessario raccordo operativo tra le varie istituzioni, in particolare con il Comune e la Regione, in quanto il primo ha la competenza per l'accoglienza e la mobilità e la seconda sulla predisposizione e rafforzamento dei servizi sanitari. La giunta capitolina, intanto, ha dato il via libera al piano che velocizzerà le gare d'appalto.
Critiche e commenti. Mentre lo scandalo Mafia Capitale è diventato anche un videogioco per smartphone, il sindaco Marino si è detto "soddisfatto" delle decisioni del governo: "Si è tolta dal tavolo - rileva Marino in una nota mandata dagli Usa - l'ipotesi dello scioglimento del Campidoglio e si è chiarito che le infiltrazioni mafiose che hanno inquinato l'amministrazione durante la consiliatura di Alemanno (portando agli arresti di diversi suoi collaboratori e alle accuse per mafia per l'ex sindaco) hanno incontrato un muro di discontinuità con la mia giunta. Abbiamo avviato il risanamento e lo proseguiremo fino in fondo, in stretta collaborazione col prefetto Gabrielli, una collaborazione seria e leale, già in atto da mesi e allacciata fin dall'inizio del suo mandato".
Ma prima che arrivasse il comunicato del sindaco, già da alcune ore montavano le reazioni politiche sulle decisioni prese dal cdm. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha lanciato una provocazione su Twitter:
Più in generale Forza Italia ha spinto sulla necessità di tornare al voto, ufficializzando in una nota l'appoggio al movimento civico di Alfio Marchini: "I romani devono potersi scegliere un nuovo sindaco ed un nuovo governo della Capitale - scrivono gli azzurri - occorre smetterla con questa ipocrisia e tornare al voto per costruire una maggioranza alternativa al Pd, principale responsabile del disastro. Siamo al lavoro con questo obiettivo insieme ai movimenti civici, a cominciare da quello guidato da Marchini". Analogo endorsement per Marchini è arrivato da Ncd per bocca del deputato e coordinatore romano del partito Gianni Sammarco.
Da parte sua Marchini ha commentato: "Tutto come previsto: hanno commissariato il sindaco invece di commissariare il Comune. Un pastrocchio che non fa altro che aumentare la confusione che già regna sovrana a Roma. Mi chiedo dove sia finita la dignità di Marino che accetta una decisione così umiliante".
Anche il presidente leghista della Regione Lombardia Roberto Maroni ha attaccato in maniera diretta Marino:
A Maroni ha risposto il deputato Pd Emanuele Fiano, ricordando "l'amatriciana con Alemanno", postando una foto sul suo profilo Facebook: "Maroni cerca di far la morale su Mafia Capitale, dimenticando che in quegli stessi anni il Senatùr e Calderoli mangiavano l'amatriciana con un sindaco inquisito per associazione mafiosa. Mentre il governatore leghista negava totalmente che al Nord esistesse la mafia".
A ruota, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha rilanciato su Facebook il tema delle dimissioni di Marino e Alfano:
Sulle dimissioni di Marino ha insistito anche il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "Roma ha evitato oggi la più grave umiliazione della sua storia millenaria. Ma di fronte al commissariamento di fatto da parte del Governo, rinnovo l'appello al sindaco Marino: dimettiti, se non per amore della città che hai dimostrato di non avere, almeno per amor proprio. I romani hanno il diritto di votare per avviare davvero un'opera profonda e radicale di pulizia".
"Tutto a posto compagni. Non è successo nulla. Solo qualche dirigente birichino..." ha dichiarato il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli commentando l'esito del Consiglio dei ministri. "Comissariamento di fatto, Marino resti ai Caraibi", ha invece commentato il capogruppo di Forza Italia della regione Lazio Antonello Aurigemma.
Di "anemia spirituale" parla invece il cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma Agostino Vallini: "La Capitale oggi è una città anemica spiritualmente e questo dà il via a tutte quelle conseguenze morali negative; perciò c'è bisogno di una nuova linfa vitale che la percorra. C'è bisogno di laici cristiani che nei loro ambienti di vita e di lavoro diventino punti di riferimento e di discussione feconda", ha concluso l'alto prelato.
Mentre Daniele Frongia, consigliere del M5S al Campidoglio ha detto ai microfoni di Radio Roma Capitale: "Alfano e Renzi si sono inventati la messa sotto tutela della Capitale, qualcosa che non esiste nel nostro ordinamento. Il testo unico degli enti locali- ha concluso - prevede una serie di misure adottabili ma il commissariamento 'morbido' non è previsto. Il ministro è uomo di legge ma probabilmente non ha studiato molto".
Anche Roberta Lombardi, deputata M5s, ha criticato il Pd che, a suo dire, "rimane accucciato sugli strapuntini del potere". "Sciolgono Ostia per Mafia. Ma Ostia è Roma - ha scritto Lombardi su Facebook - Quindi avevamo ragione noi M5S che Roma è in mano alle mafie, le varie mafie, come perfettamente fotografato nel funerale del clan Casamonica di neanche una settimana fa. Ma il PD nazionale e romano preferisce lasciare la mia città in mano alle mafie e rimanere accucciato nei suoi strapuntini di potere piuttosto che pensare al bene dei romani. Chiedere un atto di dignità a questa gente è inutile. La dignità se la sono mangiata insieme ai nostri soldi in tutti questi anni".
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