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REGGIO EMILIA: Rissa a colpi di Macete in stazione, quattro feriti e nove arrestati

REGGIO Emilia – Scene di panico e terrore oggi pomeriggio in stazione centrale. Due bande di africani, probabilmente nigeriani, si sono affrontati e inseguiti all’interno del quartiere, già tristemente noto come quadrilatero del degrado. Il bilancio degli scontri è stato di quattro feriti (di cui uno in condizioni gravi), trasportati in ambulanza al Santa Maria Nuova, e di 9 persone arrestate con l’accusa di rissa aggravata. Nella violentissima rissa, oltre ad armi improvvisate (bottiglie, contenitori dell’immondizia in ferro e bastoni), sono spuntati anche un coltello, un martello e un cacciavite. Alcuni testimoni raccontano di aver visto anche una pistola in mano a uno degli aggerssori, ma il fatto non è stato confermato dalla polizia.

I FATTI

Sono le 16 quando, per ragioni al momento sconosciute, scoppia un furioso litigio tra due gruppi di africani che si trovano di fronte ad un negozio in via Emilia Ospizio, non lontano rispetto al distributore Ego di piazza Tricolore. Ben presto la discussione degenera e si passa alle mani. Le fazioni, composte da un totale di 30 individui, si affrontano dirigendosi verso la stazione. Durante il percorso, lungo via IV Novembre, si passa dai pungi alle armi. Ma è di fronte alla zona di sosta dei taxi, in piazzale Marconi, che la rissa sfocia nel sangue. Tre africani vengono feriti a colpi di coltello e bottiglie e restano a terra sanguinanti sotto gli occhi attoniti dei passanti. Intanto alcuni testimoni hanno avvisato le forze dell’ordine che si precipitano sul posto e chiedono l’intervento delle ambulanze. I feriti, che presentano tagli profondi sul capo e nel corpo, vengono caricati e trasportati all’ospedale. Ma non è finita qui perché, mentre la polizia riesce a fermare cinque aggressori, uno riesce a fuggire e viene inseguito dai compagni dei feriti, più che mai desiderosi di vendetta.

L’INSEGUIMENTO

L’aggressore fugge lungo via Turri e volta in via Vecchi correndo verso via Emilia Ospizio. Dietro di lui, ad inseguirlo, una ventina di “vendicatori”. Arrivato all’altezza della gelateria 90, il fuggitivo riesce a far perdere le proprie tracce, ma la fazione rivale non molla. Venti uomini arrivano di gran carriera nell’area della distesa della gelateria che in quel momento ospita circa 30 persone (bambini compresi) che si stanno godendo un gelato di fine estate. Immediatamente scoppia il panico. Un cliente urla di aver visto una pistola in mano a uno degli africani e la titolare della “90” fa entrare i clienti e sbarra le porte, che terrà chiuse per 40 minuti. Intanto all’esterno continua la caccia all’uomo. Passano pochi minuti quando il ghanese viene individuato all’interno del portone di una palazzina al civico 5 di via Emilia Ospizio. Sei membri della fazione avversaria entrano all’interno, mentre un altro si toglie la maglietta, si sposta al centro della strada e inizia a sventolarla per richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine. Polizia e carabinieri, che hanno operato in modo congiunto insieme alla polizia municipale, notano il segnale e ferma le volanti di fronte alla palazzina.

LA CATTURA

I poliziotti entrano nell’androne della palazzina e riescono a portare fuori il fuggitivo, impedendo così agli inseguitori di linciarlo. L’uomo si sdraia a terra e resta in quella posizione per circa 40 minuti. Ha il volto sporco di sangue ed è ferito. Nel frattempo in via Emilia arrivano i rinforzi dalla Questura (in totale erano 6 le volanti intervenute). I poliziotti fanno salire sulle auto sei persone e le portano in via Dante per essere interrogate. Sul posto si presenta anche il vice questore Cesare Capocasa per coordinare l’intervento. Si forma un capannello intorno alla zona in cui si concentra il dispiegamento di forze dell’ordine composto da un centinaio di persone. Dopo diversi tentativi, il ferito rimasto a terra viene convinto a rialzarsi e salire sull’ambulanza per essere portato in ospedale. La folla si disperde e tutto torna alla normalità, se non fosse per le chiazze di sangue sparse un po’ ovunque nel tragitto della violenza.

LE INDAGINI

Difficile al momento distribuire le responsabilità. Gli investigatori dovranno cercare di ricostruire la genesi e l’evoluzione della maxi rissa anche attraverso i filmati delle telecamere di videosorveglianza che non mancano nella zona della stazione centrale. Al momento non sono stati sequestrati un coltello sporco di sangue e un cacciavite con cui sono stati colpiti i tre feriti di piazzale Marconi. Uno di loro è ricoverati in gravi condizioni. I nove arrestati sono tutti cittadini nigeriani in regola con il permesso di soggiorno.

Marco Barbieri

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