E’ da tempo che gira una voce sul capogruppo al consiglio regionale del PD Sebi Romeo. Una spifferata che ha circolato negli ambienti politici calabresi prima, e nelle redazioni poi, la cui origine, si narra, affonda le radici in qualche vaso di fiori posizionato in un ufficio ben preciso della succursale dei servizi segreti, posta in Largo del Nazzareno. La voce è quella di un suo coinvolgimento in una inchiesta della DDA reggina sul più classico voto di scambio tra politica e ’ndrangheta. Una materia, quella del voto di scambio, che a differenza della procura di Cosenza, trova persecuzione in quella di Reggio, retta da qualche anno dal dottorFederico Cafiero De Raho, che da tempo “coordina” diverse delicate inchieste, proprio su questo. A mettere nei guai il Sebi, a detta degli spifferi, sono le sue amicizie “pericolose”. A cominciare da quella con Nino De Gaetano. Un’amicizia che viene da lontano, dai tempi del Reggio Social Forum. Quando l’utopia di un mondo migliore e più giust
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