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Europa SI, Europa NO?

Se sia stata la scelta giusta o sbagliata ce lo dirà solo il tempo e i vari scenari -ignoti- che da oggi si apriranno ma la Brexit ci ha messo tutti dinnanzi ad una evidenza, ossia che un popolo è pienamente sovrano e capace di decidere dove stare se in Europa o fuori mantenendo la sua indipendenza. Ovvio, che il sogno di una Comunità Europa affascini tutti e che si porti dietro mille cose positive, dalla libertà di movimento a molte altre “unificazioni” e libertà. Ma quest'Europa cosi burocratizzata, centralizzata, lontana dai cittadini troppo spesso trattati come servi e privi della facoltà di aprir bocca sulle decisioni che vengono calate dall'alto, la si può definire una Comunità? A mio modestissimo parere no. In una Comunità, si collabora, ci si aiuta e se qualcuno arriva per primo non sbatte la porta in faccia a chi sta dietro, non lascia chi sta dietro in difficoltà. In una vera Comunità è naturale che ci sia il più forte e che il più forte sia il capo magari ma egli non sovraccarica chi è più debole di eccessivi pesi ed oneri, bensì lo aiuta. In un'Unione la gente non si lascia morire sotto il peso di vincoli di bilancio, dell'austerity e della burocrazia, una vera Unione dovrebbe servire a snellire a sburocratizzare ed a far si che coloro che stanno peggio possano stare meglio, insomma si dovrebbero garantire quei servizi e tutte le altre cose utili alla vita che altrimenti stando da soli non ci si potrebbe permettere. Vedete, io non sono un economista e non ho la pretesa di esserlo ma ho la fortuna di essere nato in una Regione meravigliosa ed all'interno di un paesino e so cosa significhi fare comunità, so cosa significhi essere in unione e l'Europa, cosi come la conosciamo noi oggi non è nulla di tutto ciò. Magari nei sogni e nei progetti di Altiero Spinelli, nonché nelle speranze di chi l'ha fondata sarebbe dovuta divenire altro invece è diventanta un mostro abnorme capace di succhiare la Sovranità dei popoli che vi adersicono e di martoriare la gente ed i governi dei singoli Stati membri.
La Gran Bretagna, ci ha dato non solo una grande lezione di Democrazia interpellando il suo popolo sul da farsi ma anche una gran voglia di cambiamento che chi in queste ore sta Bruxelles o in altre Cancellerie e Centri di Potere farebbe bene a cogliere al volo. Tale modello di Europa ha fallito, non funziona, la gente di qualsivoglia nazione ed estrazione sociale è stanca ed è doveroso cambiare, è necessario svegliarsi poiché altrimenti si rischia di andare incontro ad una disfatta senza né vincitori né vinti.
Sul referendum britannico si può sollevare ogni tipo di critica, ad esempio in queste ore in cui siamo tutti filoeuropeisti ed economisti plurilaureati in giro per i 'social' si leggono cose come “tale decisione l'hanno presa i vecchi, mentre i giovani erano a favore di una permanenza”, ma il risultato non cambia poiché:
1. Fino a prova contraria anche i “vecchi” sono cittadini e hanno diritto a votare.
2. Forse i giovani colgono di più il lato positivo della permanenza ossia cose come Erasmus e altre “invenzioni” bellissime ma capaci di distogliere l'attenzione da ciò che però non funziona.
3. In GB non si può di certo dire che nelle settimane precedenti al voto sia regnata la serenità, cosi come non si può dire che tale  referendum non sia stato strumentalizzato ed utilizzato per fini impropri (da alcuni).
Dopo aver mosso critiche di ogni tipo ed aver esplicato le nostre teorie azzardando paragoni del tipo “Come Schettino. Brexit”, è doveroso tornare alla realtà,  ai fatti i quali ci mostrano come la Gran Bretagna abbia forse scelto la strada più rischiosa ma dimostrano anche come ora sia dovere di chi finora non ha fatto nulla per evitare tutto ciò, prenderne atto, cambiare e ripartire.
Intanto da italiano penso a quanto sarebbe bello se al posto di farci mettere i piedi in testa, di farci ridere dietro anche noi potessimo pronunciarci su “remain” o “leave” una volta dopo aver preso contezza dei pro e dei contro, dei vantaggi e degli svantaggi. Si dirà ma in Italia non è previsto il referendum propositivo. Ecco, se Renzi volesse fare una cosa davvero positiva e buona, potrebbe introdurre il referendum propositivo e poi lo si potrebbe “inaugurare” con un bel voto sulla nostra permanenza o meno.
Ammesso che l'Europa nel frattempo non sia divenuta una vera Comunità.
In conclusione voglio fare un breve inciso, l'Europa sarà anche cattiva e malfunzionante ma al popolo comunque è concesso un potere ossia di votare per i suoi rappresentanti in Parlamento europeo che per quanto sia“specchietto per le allodole” altri Stati utilizzano in modo superbo. Quindi, al posto di eleggere gente pronta solo ad urlare o ex veline, ex cantanti, ex giornalisti, insomma gente che non sa neanche di cosa si stia parlando e che sta li, spesso senza sapere neanche l'italiano, giusto perché nel Parlamento nazionale non ha trovato posto, faremmo meglio ad eleggere gente preparata, gente che sta li dall'inizio del suo mandato fino alla fine senza tornare in Patria per fare comizi o insopportabili comparsate televisive. Insomma, sarebbe meglio eleggere gente capace e praprata perché molte leggi contro il quale oggi si lotta i nostri parlamentari europei le hanno votate senza informarsi e senza aprire bocca.

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